Quando il pavimento si fa icona

Prima di cambiare, vale sempre la pena chiedersi se sia possibile e se valga la pena riqualificare i nostri parquet.

20.07.2020

Ma sì, ammettiamolo, parlare di legno e parquet, di pavimenti e case, di ambienti e finiture è - in fondo - un modo per parlare di noi e di voi. Più di quanto racconti il nostro look, il nostro taglio di capelli, la nostra borsetta nuova o le nostre scarpe, sono i nostri ambienti a raccontare chi siamo ed a ricordare, anche a noi stessi, chi eravamo, quando abbiamo fatto certe scelte.

E così, mentre una maglietta nell’armadio può raccontare che quell’estate andava il rosa fluo e che a noi ci paresse stesse perfino bene, una lampada, un mobile, un tappeto ed ancora più il nostro pavimento hanno il gusto silenzioso delle cose nate per restare. Malgrado mode e tendenze abbiamo progressivamente imposto anche per la casa, per gli arredi e per gli ambienti un concetto di temporaneità, di obsolescenza programmata in cambio di prezzi bassi, la nostra mente ha un atteggiamento diverso nei confronti delle cose che riempiono e caratterizzano i nostri spazi, indipendentemente dal loro valore intrinseco o dagli apparenti difetti.

Il legno del ricordo e dell’esperienza

Così quel caldo tavolo della cucina, realizzato in legno vecchio, pieno di tarlature, stuccature e antiche incisioni, con il cassetto che stenta perfino ad aprirsi non teme confronti, perché ha visto passare decenni di colazioni, pranzi e cene, neonati, bambini ed anziani della nostra famiglia e passerà ai figli ed ai nipoti, senza alcun dubbio.

E ancora il pavimento della cameretta di quando eravamo bambini e poi ragazzini, un classico parquet a mosaico degli anni 70, ce lo abbiamo ancora in testa, perché su quel pavimento abbiamo giocato infinite gare a macchinine, abbiamo costruito torri e castelli di lego e fatto passeggiare bambole e soldatini. Ed è per questo che quel semplice pavimento, a cui magari saltavano i listelli, ci sembrava così prezioso, allora e quando lo abbiamo visto sostituire con del ben più nobile parquet a listoni, ci è sembrato perdesse fascino, identità, ma anche valore.

E poi c’è la panca della nonna, in montagna, che ci racconta di momenti lenti e di profumi di cucina. Era dura, anche con il cuscino sopra, ma teneva caldo e sotto aveva la legna in ordine. Ora quella panca, come tutta la cucina, è cambiata e l’ambiente, più funzionale e confortevole, non sembra però lo stesso.

Certe cose dovrebbero rimanere semplicemente al loro posto, perché ne abbiamo bisogno, come sono e dove sono. Noi, che di parquet in legno ci occupiamo, ragioniamo sempre con questo pensiero in testa: il pavimento dovrà rimanere in quel posto anche oltre il tempo di utilizzo degli occupanti attuali, perché dovrà caratterizzare quell’ambiente, come ne fosse una parte essenziale. Un po’ come accade nei saloni delle regge più famose del mondo, con i loro pavimenti intarsiati e scricchiolanti: sono lì da centinaia di anni e, come giusto che sia, nessuno si immagina neppure che ci possano essere soluzioni migliori per quegli ambienti.

Legno da rivitalizzare, non da sostituire

Qualche giorno fa un nostro cliente ci ha chiamato per un parere: doveva sostituire i pavimenti dei suoi importanti uffici, in una residenza altrettanto nobile ed importante. La situazione era davvero complicata: tavole di legno ridotte male in alcune stanze e palladiana altrettanto consunta in altre. Il legno, massiccio e posato a spina italiana, era letteralmente fiaccato negli spazi a maggior calpestio, mentre la palladiana era ormai opaca e non distinguevano quasi le diverse tonalità dei materiali che la componevano. Non ci crederete, ma il nostro consiglio non fu, come penserete, di buttare via tutto e posare un pregiato pavimento nuovo, magari di essenza nobile e con posa altrettanto importante. Il nostro suggerimento fu di tenere tutto e di ridonare a legno e pietra l’antica nobiltà. Con la complicità di artigiani pazienti e delle loro mani sapienti, il risultato è stato straordinario.

Il parquet, un rovere massello di ben due centimetri di spessore posato su travi altrettanto robuste è stato riportato al suo splendore originale, grazie a levigatura e nuova verniciatura. La stessa cosa per la palladiana, incantevole nei suoi ritrovati colori e nella sua superficie a specchio. “Questi pavimenti non erano mai stati così belli… pensare che volevo cambiarli!”, ci ha confessato il nostro cliente, che oggi porta a spasso per i suoi uffici tutta la sua clientela, per farle vedere, con orgoglio, il risultato della sua ristrutturazione.

Il parquet dei Boston Celtics: un pavimento, un brand

Ci sono esempi, al riguardo, che sono vere e proprie icone. La storia del parquet del campo da basket dei Boston Celtics è davvero unica, a questo riguardo. La pavimentazione di uno dei campi più importanti della NBA, in quercia rossa massiccia, è infatti l’unica a posa incrociata ed è per questo diventata un simbolo per gli spettatori, che ne distinguono immediatamente l’immagine, ma anche per i giocatori, che sanno che quel legno è più elastico rispetto al tradizionale acero usato negli altri campi e, dunque, la palla rimbalza naturalmente meno. Costruito nel 1946, con tavole di legno massiccio di 4 centimetri di spessore, quello stesso pavimento è durato fino al 1999, resistendo anche ad un trasloco. La qualità della superficie di gioco, insieme all’unicità della sua immagine non lasciarono dubbi alla franchigia di Boston: anche il nuovo parquet è stato realizzato con lo stesso materiale e la stessa posa: i Celtics non avrebbero potuto giocare su un parquet diverso da quello. Bella storia, non trovate? Un pavimento che diventa parte di un brand. Forse solo negli Stati Uniti, dove il marketing è insieme vita e religione laica, si riescono a raggiungere certi risultati.

In fondo, però, è la storia di ogni casa, che magari non avrà ospitato partite dell’NBA, ma che ospita ogni giorno le nostre vite, le nostre vittorie e le nostre trascurabilissime sconfitte.

Prima di cambiare i nostri parquet, pensiamo dunque a quanta vita, sotto quei pavimenti magari non modernissimi e un po' logori, possa ancora passare. Una scelta fatta di sostenibilità, ma anche di valori.



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