07.11.2018
Questa foto è stata scattata da Fabio Ognibeni, che come noi risiede in Valle di Fiemme e che, come noi, ha vissuto in prima persona il disastro ambientale che ha recentemente colpito le nostre Valli, il Trentino e più in generale, il Veneto.
In questa immagine l’espressione più drammatica di quello che i boschi di Fiemme hanno dovuto sopportare durante gli ultimi giorni. Le piante hanno urlato il loro dolore come non avevano mai fatto prima d’ora. Interi boschi rasi al suolo. Un patrimonio naturale andato quasi completamente perduto. Il Bosco dei Violini, quello degli abeti rossi, dove, si dice, Stradivari andasse personalmente a scegliere le piante per i propri strumenti a corda, è stato fortemente danneggiato. Un tesoro che richiederà decenni per ricrescere e ritornare quello che era. Dopo il rumore del vento che ha soffiato con una potenza inaudita, dopo il rumore incessante dell’acqua che per giorni si è riversata incessantemente al suolo, al momento quello che colpisce è il vuoto, enorme, spettrale.
Quei boschi, dove tutti noi di Fiemme abbiamo trascorso la nostra infanzia e gioventù giocando a nascondino, andando a funghi, in cerca di mirtilli o semplicemente stando sdraiati a contemplare il cielo o riposando all’ombra di una fronda , non ci sono più. Delle pinete secolari, piantate e curate dai nostri bisnonni, rimane solo il ricordo. Le piante cadute una addosso all’altra, come un triste gioco di domino, hanno radicalmente cambiato il paesaggio di foreste millenarie cancellando uno scenario unico al mondo.
Abbiamo avuto la fortuna immensa di ricevere un tesoro naturale dai nostri avi, ma i nostri figli non avranno lo stesso privilegio. Esiste però la memoria ed il ricordo. Come già per i nostri nonni, sta a noi ora riuscire a tramandare ai nostri bambini la fortuna che comunque hanno di vivere in queste Valli, dove la natura rigogliosa ha un tempo urlato, gridato aiuto ma, parallelamente, ha difeso la propria gente da danni ancora peggiori.
Silenzio e rispetto quindi per quanto accaduto. E nel medesimo tempo avanti, senza polemica, in piedi, senza dimenticare, rimboccandosi le maniche, a testa alta, ancora una volta. Come da sempre l’orgoglioso popolo di Fiemme, e di tutto il Trentino, ha dimostrato di saper fare.
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