Aria di mare

Perché il 2020 sarà l'anno della vacanza in barca. Meglio se in legno.

17.06.2020

Ci siamo guardati indietro, in questi giorni di primavera trascorsi più lentamente del solito, per ricordarci a cosa pensavamo alle porte dell’estate dello scorso anno, quale fosse il nostro leitmotiv, quale l’ispirazione che volevamo regalarvi. Avevamo parlato di turismo open air, di campeggi eco-chic e di vacanze all’insegna del rispetto dell’ambiente e della ricerca di materiali naturali per le nostre abitazioni estive.

Aria: il nostro desiderio dopo il lockdown

E quale ispirazione regalarvi, ora che l’estate è nuovamente alle porte, che ci stiamo lasciando alle spalle dei mesi davvero pesanti e cupi? Se dovessimo fare un sondaggio e chiedervi di esprimere in una parola il vostro desiderio più profondo, ne siamo certi, le risposte potrebbero concentrarsi in un concetto: aria. Sarà l’effetto dovuto a essere stati tanto chiusi in casa durante il lockdown o quello legato alla perenne compagnia delle nostre amate mascherine, ma la parola “aria” racchiude e interpreta bene quella voglia di fare un bel respiro a pieni polmoni, lento e profondo, che sentiamo in fondo al cuore e che non vediamo l’ora di poter fare davvero, magari ad occhi chiusi. Ma a questo punto noi di Parkemo, che siamo curiosi, vi dovremmo chiedere dove vorreste regalarvi questo respiro, quale sarebbe il luogo migliore, anzi il luogo perfetto dove testimoniare a voi stessi ed al mondo intero la ritrovata, anche se magari passeggera, libertà di respirare. Nelle vostre risposte alcuni di voi infileranno anche il ricordo, consapevole o meno, di memorabili respiri già fatti. Ad altri invece la nostra domanda farà affiorare il desiderio profondo di quel respiro tanto desiderato e mai fatto. E allora c’è chi risponderebbe “sulla vetta di una montagna, dopo una salita in solitaria”, chi direbbe “ in riva al mare, all’alba”, chi ancora “da uno scoglio, prima di un tuffo”; ma poi ci sarebbero quelli che racconterebbero di un respiro al sapore di fieno “in un immenso prato, in aperta campagna” e chi ancora si vedrebbe a tirare il fiato “dopo una bella corsa” oppure a riempire occhi e polmoni “davanti ad un piatto di spaghetti al pomodoro” o magari “annusando l’aria in un giardino di gelsomini e di rose”. L’ispirazione che vogliamo regalarvi alle porte dell’estate 2020 si chiama semplicemente così: ARIA, l’elemento più scontato e naturale, ma che oggi sembra un po’ mancarci e dunque sembra aver acquisito nuovo valore e nuovo riconoscimento.

Il legno, rifugio e ispirazione

Siamo certi che a questo punto voi sarete curiosi di sapere quale sia l’ispirazione che la parola “aria” ci regala e siamo certi, che anche questa volta, riusciremo a stupirvi. La parola “aria”, a noi fa venire in mente la sensazione del legno, sotto i piedi scalzi, magari su una barca. Certo, non ci scordiamo degli aromi dell’aria dei nostri pascoli alpini, carichi di fiori e colori, ma pur essendo gente di montagna, di boschi e foreste, di resina e pialla, quest’anno sentiamo anche noi il desiderio di orizzonti infiniti intorno a noi.

Perché questa scelta? Crediamo che quest’anno andranno alla grande le vacanze in barca, qui in Italia ed allora a noi piace pensarci ormeggiati in qualche bel porticciolo o alla fonda in qualche baia sottovento, con il nostro impeccabile look da neo-marinai, a raccontare delle nostre avventure in mare aperto e ad assaporare l’appetitosa la brezza che solo l’andar per mare può regalare.

E poi noi abbiamo parlato di legno, il nostro rifugio e la nostra ispirazione, il filo che ci ha guidato in tutti questi mesi di viaggio insieme a voi. Perché se abbiamo scelto di regalarcelo questo memorabile respiro di aria, non potremmo non farlo su una barca di legno, l’unico materiale capace di farci sentire sempre a casa, sempre al posto giusto, ovunque.  

Il legno in barca: Teak, Iroko, Mogano, Okumè

E come per realizzare un bel pavimento in parquet, anche per fare una barca in legno di qualità ci vogliono regole e segreti, i giusti materiali lavorati con tecnica, esperienza e passione. Ossatura, costole, rinforzi, fasciame, alberi, ponti, interni: il legno in una barca va ovunque, anche dove non lo vediamo. Se le vecchie barche dei pescatori, ancora in pieno servizio, usano larice e pino verniciato per i loro ponti, legni “poveri” ma ideali per poter essere “maltrattati” e riverniciati, quelle più glamour e affascinanti sono le imbarcazioni che usano mogano lucidissimo o teak per garantire durabilità e prestazioni. Pensate ad esempio  all’immortale Riva Aquarama, la barca più conosciuta al mondo, un motoscafo di piccole dimensioni interamente in mogano, vera icona di stile e design made in Italy, capace di attraversare i decenni senza mai perdere fascino.

Se invece preferite il silenzio della barca a vela, l’immaginario di ognuno di noi ci proietta su un ponte di legno di colore chiaro tendente al grigio, a posa longitudinale con filarotti (quelle che nel parquet definiamo plance) sottili e perfettamente regolari. Quel legno è il teak, capace come pochi altri di resistere a sole e salsedine senza troppo fastidio e di diventare sempre più bello, a fronte di semplici trattamenti di manutenzione. Ma come per il parquet, anche nelle imbarcazioni occorre guardare i particolari: non basta certo una piccola lamina di teak incollato e sigillato su pianali in vetroresina a trasformare una barca qualunque in un imbarcazione di pregio. La nobiltà della pavimentazione della coperta di un’imbarcazione sta, così come nei pavimenti di casa, nello spessore dello strato nobile del legno utilizzato. E così, se un tempo si usavano plance in teak che arrivavano sino all’incredibile spessore di 5 centimetri, garantendo vita-utile pressoché infinita alla barca, oggi molti ponti usano filarotti di teak non più spessi di qualche millimetro, capaci di resistere si e no una decina d’anni alle necessarie scartavetrate annuali. E allora c’è chi, al teak, preferisce altri legni, magari meno nobili e preziosi, ma pur sempre robusti, come l’africano iroko, che scurisce di molto nel tempo e tende a fessurarsi di più, l’abete douglas  o i semplici e funzionali compensati marini, strutturati proprio per durare nel tempo e realizzabili con diverse essenze, quali il mogano o l’okumè, l’essenza in assoluto più idrorepellente.

Legno e pavimenti in casa e in barca

Come vedete il nostro narrare, prima o poi, ci porta a parlare di legno e pavimenti, ovunque si vada. D’altra parte è davvero una scoperta meravigliosa: proprio come a casa e nei nostri ambienti di ogni giorno una barca in legno racchiude e nasconde gelosamente cultura, essenze, lavorazioni, racconti. Un mondo artigianale, simile al nostro, così pieno di cose da imparare e da scoprire, di tradizioni da tramandare e custodire.

E così, anche da questi pochi spunti, potete capire il perché della nostra ispirazione e possiamo tutti immaginare quanto piacevole possa essere la sensazione di salire scalzi su un vecchio gozzo, piuttosto che su una moderno catamarano, ascoltare le sensazioni che il legno ci regala sotto i piedi  e lasciarsi trasportare dal vento, alla ricerca di quell’aria, quel respiro, che tanto abbiamo aspettato e che – mai come quest’anno- vorremmo durasse tutta un’estate.

Buona estate a tutti da Parkemo



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