22.03.2019
Nel sempre più vasto panorama dei legni da parquet, l’olmo non è certo tra le essenze più note, ma si colloca di buon diritto tra le essenze più sofisticate, raffinate, eleganti, con le sue venature morbide e dolci.
Il fatto di prestarsi, meno del più conosciuto rovere, a colorazioni e trattamenti lo rende una scelta di nicchia, meno frequentata e per questo più “esclusiva”.
La natura diafana e nascosta dell’olmo deriva forse anche dalle storie, dai miti e dai simboli che a questa pianta, dall’ampia chioma, si legano.
Albero della divinazione per i templari; albero dei sogni, dedicato a Morfeo, per gli antichi; albero al quale rivolgersi per chiedere la fecondità, nella tradizione popolare; pianta femminile secondo la mitologia scandinava, secondo la quale l’olmo diede origine al primo uomo, insieme al frassino. Sono tantissime le storie che si intrecciano intorno a questa pianta.
Ma è anche la delicatezza dell’olmo, la sua fragilità, a rendere quest’essenza “rara”. Facilmente aggredibili in età giovanile da malattie fungine che le riducono ad arbusti, non tutte le piante di Olmo Campestre - questa la varietà utilizzata per ricavare le plance da parquet -, riescono a raggiungere nel pieno vigore l’età adulta, raggiunta la quale esibiscono tronchi ritti e maestosi, alti fino a 35 metri e chiome ampie, accoglienti, tondeggianti, che invitano ad un quieto riparo.
Il legno di olmo è eccellente, duro ed elastico.
Grazie a queste qualità si ricava un parquet splendido, dalle venature morbide e naturali.
Le dimensioni e la regolarità dei tronchi delle piante di olmo adulte consentono inoltre di ricavare listoni dalle dimensioni generose, come le Maxiplance in Olmo Europeo della collezione MAGNUS di Parkemo (250/350mm di larghezza e 3000/3500mm di lunghezza), maxilistoni prodotti con lavorazioni totalmente artigianali, capaci di dare al pavimento una luminosità eccezionale, una profondità ed un effetto unico, setoso, davvero ecochic.
I Maxilistoni vanno bene in ogni ambiente?
Tutti, oggi, richiedono formati dalle dimensioni generose, diventati ormai una sorta di status symbol, nella convinzione che i Maxilistoni regalino slancio agli ambienti, li vestano, ne arricchiscano contenuti e cornice.
Tutto vero, ma la scelta di posare dei Maxiformati non può essere condotta indipendentemente dagli spazi a disposizione o dalla natura del pavimento da creare.
Per poter regalare le suggestioni attese, ahimè, le Maxiplance richiedono Maxispazi, difficilmente disponibili nelle nostre case.
Sono poche le situazioni che si possono davvero “permettere” un pavimento di questo genere, senza che la scelta risulti forzata, inappropriata: vecchi fienili ristrutturati, residenze importanti, antichi manieri… spazi nei quali i maxilistoni - tantopiù se di olmo -, quasi sempre con finiture naturali, riescono a produrre risultati che stupiscono e per questo vengono lasciati “nudi”, non vengono coperti con tappeti o con troppi mobili, per non rovinarne l’effetto.
Consigli sul parquet in Maxilistoni
La colla infatti stabilizza il legno, che per sua natura è materia viva e si muove, anche se alcune essenze, come l’olmo - il protagonista di oggi - sono piuttosto stabili.
Per quanto, a detta di alcuni, possano interrompere la continuità del disegno, i nodi, come le venature, sono il “naturale collante per la fibra”, saldano il pavimento, impedendone crepe e fessurazioni dovute ai sistemi riscaldamento a pavimento, agli sbalzi di temperatura o a trattamenti di pulizia e manutenzione sbagliati.
Che sia small, large, od extralarge, buon parquet e buona primavera a tutti da Parkemo.
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